Gli scorpioni sono da secoli presenti nella letteratura
medica (o presunta tale), come animali nocivi per l’uomo, ma anche come rimedi.
Sulla pericolosità degli scorpioni ci sono state indubbie
esagerazioni e anche affermazioni evidentemente prive di ogni fondamento.
Jacques Houlier (conosciuto anche col nome latino Jacobus Hollerius) scrisse che a un italiano, a causa della sua abitudine di annusare spesso il basilico, si era formato uno scorpione nel cervello e, dopo una lunga agonia, era morto. Basilico e scorpione erano già legati in autori classici come Plinio che dicevano che schiacciando tale erba tra due pietre si dava vita a uno scorpione (Paré 1582, p.572).
L’olio di scorpioni
Mettendo alcuni scorpioni nell’olio e lasciandoveli per un
determinato tempo si produceva l’“olio di scorpioni” che veniva impiegato per
la cura dei calcoli e per facilitare la minzione (cfr p.e. Calestani 1562, p.358;
Ferrara 1627, p.224; Lemery 1737, p.313), da porre sulle cauterizzazioni dei morsi
di cani idrofobi (Ferrara 1627, p.114) o per la peste (Muratori 1721, p.173).
Anche per le punture inflitte dagli scorpioni stessi si
suggeriva di usare l’olio di scorpione. Nella Sicilia di fine Ottocento si
consigliava di applicare un olio in cui erano stati messi due o tre scorpioni
decapitati mentre erano vivi (Raccuglia 1893-1894, p.727).
Nicolas Lemery nominava l’uso dell’olio di scorpione per le
punture di quell’animale, ma riteneva ancora più efficace un’altra via: “si
prenderà lo Scorpione, che ha punto, se sarà possibile il prenderlo, si
schiaccerà, e si applicherà più prontamente che si potrà sopra la piaga”
(Lemery 1735, p.405).
Agli inizi del XIX secolo, il medico Chaumeton, dopo aver ridimensionato
le voci sulla pericolosità della puntura dello scorpione, osservava che contro
i “pericoli immaginari” che ne sarebbero derivati si usava un rimedio dai
benefici altrettanto immaginari, l’olio di scorpione e giudicava assurdo che,
“nonostante i progressi dei lumi”, tale prodotto si trovasse ancora elencato in
alcune opere tra i farmaci per curare tali punture, la peste e i calcoli
(Chaumeton an 12, pp.202-203).
Lo scorpione
omeopatico
L’omeopatia include tra le fonti dei suoi presunti farmaci
diversi animali, indicati con una nomenclatura binomiale spesso imprecisa e/o
superata rispetto a quella in uso in zoologia. Un esempio è, per un rimedio nel
quale si parte dal veleno di rospo, il nome “Bufo rana”, che sembra riprendere
la denominazione attribuita al rospo comune da Linneo, Rana bufo, invertendo però l’ordine dei due termini. Inoltre in
seguito, notando che il rospo comune è sì animale affine alla rana rossa
(specie-tipo del genere Rana), ma non
tanto da essere incluso nel suo stesso genere, lo si è assegnato a un nuovo
genere, Bufo, e l’utile bestiola è
oggi conosciuta come Bufo bufo (non Rana bufo né Bufo rana).
Tra gli animali che figurano nelle liste dei rimedi
omeopatici c’è anche lo Scorpio europaeus
che, in effetti, potrebbe essere il simbolo dell’omeopatia, visto che, per
quanto tale nome compaia nei testi, gli zoologi non sono riusciti a trovarne
traccia.
Lo Scorpio europaeus
viene citato già nell’opera da cui prende inizio la nomenclatura scientifica,
la decima edizione del Systema naturae
di Linneo, del 1758. Linneo, sotto il genere Scorpio, elenca cinque specie, una delle quali sarebbe S. europaeus (Linnaeus 1758, t.I,
p.625). Latreille, nel 1810, indicò S.
europaeus come specie-tipo per il genere Scorpio e tale scelta fu confermata ancora nel 1928 dalla
Commissione internazionale per la nomenclatura zoologica (Iczn). Gli
specialisti di scorpioni, però, dal momento che non si riusciva a capire a
quale animale si riferisse Linneo usando tale nome, lo ritenevano un nomen nudum e consideravano invece S. maurus la specie-tipo de facto del genere Scorpio. Fu quindi richiesto alla Commissione di abolire il nome Scorpio europaeus, ritenuto “una
potenziale minaccia alla stabilità nella nomenclatura”, dato che un autore che
ritenesse di aver identificato in una specie descritta, con altro nome, dopo
Linneo lo scorpione descritto da quest’ultimo avrebbe potuto appellarsi alla
“legge di priorità” per chiedere che tale specie fosse denominata Scorpio europaeus in quanto nome coniato
prima dell’altro.
La richiesta di abolizione del nome (e di conseguenza anche
della sua designazione come specie-tipo) fu accolta con voto unanime, con la
precisazione, importante ai fini della tassonomia, che il nome veniva
considerato inesistente per quanto riguardava la regola di priorità, ma non per
quella di sinonimia (Hemming 1955-1956).
William Boericke, in un suo manuale di omeopatia (Boericke
2004a, p.672) scriveva che lo “Scorpio” era indicato per l’eccesso di
salivazione, lo strabismo, il tetano. In un’altra edizione dell’opera lo
“Scorpio europaeus” viene identificato con Euscorpius
italicus (Boericke 2004b, p.790).
Un produttore di rimedi omeopatici (http://www.remedia.at/homeopathy/Scorpio-europaeus/a781.html ) lo ritiene sinonimo di “Mesobuthus occitanus” (che dovrebbe essere Buthus occitanus) e dei generi “Euscorpio”
(che si può supporre sia Euscorpius)
e Scorpio. Nelle informazioni si indica
l’appartenenza alla famiglia dei butidi (che include B. occitanus, mentre Euscorpius
e Scorpio non vengono classificati
dagli zoologi in tale famiglia). Il “materiale di partenza” (starting material) per il rimedio
sarebbe l’intero animale.
Giorgio Castiglioni,
redattore Mah
Bibliografia
Boericke 2004b: William Boericke, Handbuch der homöopathischen Materia medica, Stuttgart : Haug, 2004. In Google Books: http://books.google.it/books?
Calestani 1568: Girolamo Calestani, Osservationi nel comporre gli antidoti, et medicamenti, in Venetia : appresso Francesco Senese, 1562. In Google Books:
http://books.google.it/books?
Chaumeton an 12: F. Chaumeton, Essai d’entomologie médicale, in “Journal de physique, de chimie et d’histoire naturelle et des arts”, LIX (an 12), pp.177-206.
Ferrara 1627: Gabriele Ferrara, Nuova selva di cirugia, in Venetia : presso Gio: Battista Combi, 1627. In Google Books:
http://books.google.it/books?
Hemming 1955-1956: Francis Hemming, Proposed use of the plenary powers to suppress the specific name “europaeus” Linnaeus, 1758, as published in the combination “Scorpio europaeus” and to designate for the genus “Scorpio” Linnaeus, 1758 (class Arachnida) a type species in harmony with accustomed usage (amendment of a ruling given in “Opinion” 104), in “Bulletin of Zoological Nomenclature”, 11 : 6 (1955-1956), pp.173-175. Nella Biodiversity Heritage Library: http://www.
Lemery 1735: Niccolò Lemery, Farmacopea universale, in Venezia : Hertz, 1735. In Google Books: http://books.google.it/books?
Lemery 1737: Niccolò Lemery, Dizionario ovvero trattato universale delle droghe semplici, in Venezia : Hertz, 1737. In Google Books:
http://books.google.it/books?
Linnaeus 1758: Caroli Linnaei Systema naturae, 10. ed., Holmiae : impensis direct. Laurentii Salvii, 1758, t.I. Nella Biodiversity Heritage Library: http://www.
Muratori 1721: Ludovico Antonio Muratori, Del governo della peste e delle maniere di guardarsene, Brescia : Gian Maria Rizzardi, 1721. In Google Books:
http://books.google.it/books?
Paré 1582: Opera Ambrosii Parei, Parisiis : apud Iacobum Du Puys, 1582. In Google Books: http://books.google.it/books?
Raccuglia 1893-1894: S. Raccuglia, Medicina popolare siciliana, in “Rivista delle tradizioni popolari italiane”, I (1893-1894), pp.727-728.

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